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I silenzi di Enna in Germania |
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Freiburg |
Dopo la mostra Enna dei silenzi, torna, per un breve periodo, Arte
in via Castagna, che conferma il successo della prima edizione
dell’anno precedente (1974 ), creata con lo scopo di avvicinare
l’uomo della strada all’arte. Segue, nel 1976, una mostra
itinerante di grafica che viene applaudita a Spoleto, Perugia,
Urbino e Assisi.
Questa passeggiata fuori dall’Isola invita i due amici Cacciato e
Prestipino a portare
i silenzi arcaici, come li definisce Salvatore Mocciaro, a
Freiburg e a Lorrach, in Germania. Tema comune ai due artisti:
propagare le mute lamentele della maggioranza siciliana.
I due artisti si presentano con soggetti di scottante attualità
che gli Ennesi hanno già meditato all’interno della Torre di
Federico II. Migrazione, lavoro bracciantile, lavoro minorile,
lavoro in miniera. Analisi delle condizioni socio-economiche e
etiche della Sicilia. Urbanistica, spazio storico nelle
rivendicazioni delle libertà e dei diritti dell’uomo.
Lorrach
Alcune settimane dopo, aprile-maggio, questa stessa mostra si
trasferisce da Freiburg a Lorrach.La mostra provoca una reazione socio-politica che nasce dalle
scene presentate dai due pittori. I visitatori siciliani di
Lorrach, le cui osservazioni sono largamente commentate dalla
stampa locale, sono in preda alla nostalgia di un passato glorioso
della loro terra d’origine. Riconoscendosi facilmente nelle
espressioni contestatarie dei due artisti, si augurano che Enna,
anche se per secoli è stata la schiava dei padroni di turno, possa
ritornare a essere la città feconda di bellezze e di benessere di
una volta.
“Con forti colori meridionali, scrive il Badische Zeitung del 27
aprile 1977, Prestipino dipinge gli uomini nei loro avventurosi
viaggi all’interno delle miniere di zolfo; le donne che ritornano
dai pesanti lavori dei campi; giovanotti che sono costretti a
guadagnarsi da vivere lavorando. Dai suoi quadri risulta la pietà
delle famiglie che con lo sguardo fisso lontano vedono partire
mariti e figli in cerca di lavoro all’estero”.
Nelle scene di emigrazione, Gesualdo trasferisce, in modo alquanto
drammatico, tutta la sua dura esperienza di un soggiorno
all’estero che egli stesso qualifica umiliante. |
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