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Mostre
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All’ Hatria di Bergamo, 1987 |
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Gesualdo vive con le sue creature. Se ne stacca solo per
accompagnarle a Bergamo dove, presso la galleria d’arte Hatria,allestisce
una mostra personale, dal 16 al 28 maggio 1987, mostra giudicata
come l’espressione di un impegno serio e di un’esperienza
collaudata. L’artista rivela una predisposizione singolare al
raccoglimento interiore, all’esame dei drammi che coinvolgono gli
esseri umani.
Sono sculture scrive Pietro Mosca, vive ed umane, concepite
energicamente e ben risolte secondo un’armoniosa simbiosi di vuoti
e di pieni.
“ L’impostazione della ricerca espressiva, nota Antonio De Santis,
è sottolineata, nel lavoro di Gesualdo Prestipino, dalla presenza
in alcune opere di una serie di cerchi che circondano
metaforicamente il contenuto reale della scultura e nel contempo
divengono l’oggetto del racconto “.
Infatti, la dialettica delle sue sculture è narrativa. Si concede
anche il privilegio di trasgredire la visione del reale, diventa
onirica nel suo contesto. Lo scultore crea e racconta. Reinventa
figure e forme trasfigurando e deformando. La figura è partecipe
di una presenza che non la definisce ma ne rivela e sottolinea
l’esistenza. La linea ed il colore si tramutano in luce ed ombre
che traducono il messaggio ossessivo dell’artista in immagini
rievocate dal passato o tratte dalla dura realtà del presente.
“ Le sue sculture, commenta Lino Lazzari, riflettono le angosce
dell’inquietudine, le paure dell’isolamento, le ansie della
libertà, il tutto in una cornice di profonda partecipazione e con
l’intento di proporre un messaggio autentico di umanità e
solidarietà “.
“ L’uomo, osserva Pietro Mosca, soffre la sua dimensione quando ha
perso la sua libertà o quando è ostacolato nelle sue funzioni e
viene limitato nei suoi bisogni “. |
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